Sabato 1° aprile, come già riportato con la nota ufficiale della banca, si è tenuta Assemblea dei Soci di Volksbank – Banca Popolare dell’Alto Adige Società per Azioni con il seguente ordine del giorno
1. Approvazione del bilancio di esercizio 2022. Destinazione dell’utile 2022.
2. Acquisto e disposizioni azioni proprie
3. Autorizzazione all’assegnazione gratuite di azioni proprie ai soci
4. Nomina del Consiglio di amministrazione per il triennio 2023/25
5. Determinazione del compenso annuale e delle indennità di presenza da corrispondere al Consiglio di Amministrazione 2023/25
6. Relazione in merito alle Politiche di remunerazione e incentivazione 2023 e ai compensi corrisposti nell’esercizio presente
L’assemblea, la prima che si tiene in presenza dopo l’interruzione a causa della pandemia , vede una partecipazione nutrita, per questa tipologia di banca, di soci con 650 persone circa in rappresentanza propria o per delega dell’8,6% del capitale.
Interviene per primo il presidente di Volksbank Lukas Ladurner evidenziando che l’utile netto ha traguardato nel 2022 i 75,6 milioni (erano 70,1mil nel 2021 e 16ml nel 2020), non mancando di ricordare che nel 2019 fu conseguita una perdita di 84,4 milioni .
Nel triennio l’utile per azione è passato da 0,33 a 1,58 euro .
Il rendimento del dividendo di 0,62 euro (40% dell’utile netto) rispetto all’attuale prezzo di mercato di 8,30 euro è di ben il 7,5% .
Per chi avesse sottoscritto o acquistato negli scorsi anni le azioni a 20 euro il rendimento sarebbe, comunque, del 3,1%.
Il Presidente affronta quello che è in realtà il tema più spinoso, che in seguito è stato toccato anche da alcuni interventi critici di soci, e cioè la negoziabilità delle azioni trattate su una piattaforma che evidenzia una “coda “ di richieste di vendite inevase e un prezzo in caduta a 8,30 euro, livello sul quale sembra abbia trovato un certo equilibrio. Tale prezzo, viene evidenziato, è comunque largamente inferiore al valore del patrimonio tangibile per azione pari a 17,7 euro per un totale di 846mil.
Viene confermata questa criticità, con la quale, osserviamo da parte nostra, tutti gli istituti che non hanno voluto quotarsi in borsa si sono dovuti prima o poi confrontare.
In ogni caso, al di là del volere dei soci, la quotazione potrebbe comportare secondo le fasi di mercato anche valori più compressi esponendo gli istituti a possibili “take over“ a prezzi stracciati, quando invece la volontà è quella di mantenere una vocazione localistica, che talvolta può essere confliggente con le esigenze del singolo socio.
Il problema, infatti, è, trovare un equilibrio tra, da un lato, il dover dare maggiore liquidità al titolo per i soci che hanno necessità di smobilizzare e, dall’altro, garantire un adeguato rendimento a coloro che non vogliono vendere, mantenendo così l’indipendenza che è giudicata un valore imprescindibile per i territori di riferimento sui quali ricadono i vantaggi di questa presenza che vengono richiamati in un successivo intervento del direttore generale Alberto Naef sul bilancio sociale .
Il Cda della Volksbank propone, quindi, una strategia che pare in effetti anche l’unica possibile per venire incontro a due esigenze al momento opposte, ma, nel tempo, conciliabili se la banca continuerà ad inanellare risultati positivi dal punto di vista economico e patrimoniale.
Le leve individuate sono un “liquidity provider“ per 3,5 mil per agevolare gli scambi sulla piattaforma e un buy back di 15 milioni , ovvero un riacquisto da parte della banca che dovrà essere soggetto ad approvazione da parte dell’autorità di vigilanza in quanto tali operazioni andranno a diminuire il patrimonio dell’istituto, il noto patrimonio di vigilanza, da cui vanno defalcate le azioni proprie.
Va detto, altresì, che i fondamentali paiono sufficientemente buoni con un
Cet 1 di 14,4% (8,2 % limite vigilanza), un indice di liquidità del 137% (limite 100%), NPL al 2,3% (ex 3%) e un Cost of risk dello 0,30% (ex 0,86%) .
Viene illustrata, inoltre, la proposta di un aumento di capitale gratuito con assegnazione di azioni attualmente nella disponibilità della banca in ragione di 1 ogni 20 o 30 (sono ancora in corso le necessarie interlocuzioni con gli organi autorizzativi), che da un lato consente di diminuire il prezzo medio di carico dei soci e dall’altro di svuotare di fatto parte del magazzino delle azioni proprie soggetto ad ulteriore incremento a seguito dell’operazione di buy back.
È una strategia che potrà funzionare?
Fintantoché la banca sarà capace di mantenere una adeguata redditività, Volksbank riuscirà a soddisfare sia i propri soci cassettisti, che una parte di quelli che vorranno cedere le loro azioni. In ogni caso una banca ben gestita in un territorio ricco come quello del Triveneto avrà sempre la possibilità di consolidare un valore oggettivo auspicabilmente più vicino ai valori di libro, rappresentando per i clienti e quelli potenziali una salvaguardia dal monopolio di pochi istituti.
I soci presenti, al di là, come normale, di qualche voce dissonante, alla fine assegnano un voto pressoché unanime alle proposte del cda di Volksbank con percentuali che oscillano dal 98 al 99%.
Risalta la nutrita partecipazione di soci della ex Popolare di Marostica, acquisita nel passato dall’Istituto altoatesino, e alcuni di questi esprimono anche l’auspicio di una maggiore presenza nel Veneto, già, peraltro, “presidiato” da direzioni specifiche e con un notevole peso nei numeri della banca.
In ogni caso, visto che è rinnovato per tre anni, il Cda col suo efficiente management, un mix di intelligenza e umiltà, potrà portare avanti con sufficiente tranquillità la sua strategia e validarne l’efficacia.
Servizio in collaborazione con l’inviato tecnico a Bolzano