Da Il Sole 24 Ore, di Stefano Elli – Di fronte a 1350 ex soci delle due banche venete al Centro Sport Palladio di Vicenza e di fronte a un parterre trasversale di politici, Luigi Ugone, presidente dell’associazione di tutela dei risparmiatori delle due banche venete scopre le carte e svela un’iniziativa che punta a sparigliare l’impasse sulle giacenze residue del fondo di indennizzo dei risparmiatori (Fir).
In dettaglio si tratta di una diffida vera e propria rivolta sia al ministero dell’Economia sia alla Commissione tecnica dei nove saggi affinché si adoperino per smobilizzare a favore dei risparmiatori i 545,3 milioni del Fir rimasti dopo il riparto già avviato dalla Consap nel biennio 2020- 2022. Una diffida che – spiegano gli ispiratori dell’iniziativa sul Fir – è prodromica rispetto a future eventuali azioni legali che potrebbero essere intraprese in caso di mancato adempimento di quanto richiesto.
Questo l’epilogo di un evento che ha visto la partecipazione del sindaco di Vicenza Francesco Rucco, del presidente del Consiglio regionale Veneto Roberto Ciambetti, dell’assessore regionale alle attività produttive Roberto Marcato (qui alcune foto dal suo profilo FB, ndr), del consigliere regionale (Pd) Giacomo Possamai, del parlamentare del M5S Enrico Cappelletti, del senatore leghista Andrea Paganella e degli Europarlamentari Alessandra Basso (Lega), e Achille Variati (Pd).
Oltre al FIR gli altri aspetti del crac
Molteplici sono stati gli aspetti del problema sviscerati nel corso della mattinata: dall’apparente consonanza di intenti mostrata da pressoché tutte le forze politiche, pressoché unanimemente orientate a spendersi perché il denaro torni delle disponibilità degli aventi diritto, a quella sorta di “resistenza passiva” che al contrario sarebbe stata opposta dai gangli tecnici del Ministero. «Di qui l’iniziativa – ha spiegato Andrea Filippini, avvocato che ha seguito passo dopo passo l’associazione nelle sue vicissitudini legali – che ha come obiettivo quello di esercitare pressioni nei confronti del dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti perché sciolga ogni indugio a vantaggio dei risparmiatori già danneggiati dal crac delle due banche».
Il punto nave
L’affollato incontro è stato però anche l’occasione per fare il punto della situazione a sei anni dalla procedura di Liquidazione coatta amministrativa di Veneto Banca e di BpVi (ma all’incontro erano presenti anche soci della Carife, che come Banca Etruria, Banca delle Marche e Carichieti sono finite nelle secche delle risoluzioni bancarie). A cominciare dalla causa promossa dal Comitato nei confronti di quella che, all’epoca dei fatti che hanno innescato la crisi, era la società di revisione della Banca popolare di Vicenza, la Kpmg.
«In mancanza della costituzione di parte civile al processo penale nei confronti degli ex amministratori della popolare di Gianni Zonin, che alcune altre associazioni reputavano inutile e anzi controproducente – ha rivendicato Ugone – tecnicamente non si sarebbe potuta mai iniziare un’azione contro i suoi revisori. E ancora un’attenta analisi delle partite principali degli attivi ancora in capo alle procedure delle due banche e alla loro lentezza».