Il Ministero dell’economia e delle finanze (qui altre news sul Mef, ndr) comunica che la stima del fabbisogno del settore statale dell’anno 2022 è pari a 66,9 miliardi di euro, in miglioramento di circa 39,6 miliardi rispetto a quanto registrato nel 2021 (circa 106 miliardi) e inferiore rispetto a quando indicato nell’integrazione della Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza per il 2022.
In particolare, nel 2022 si è registrata una crescita degli incassi fiscali legata alla dinamica delle entrate tributarie e contributive. Si segnala inoltre il versamento in entrata nel bilancio dello Stato, da parte del GSE, dei proventi derivanti dal prelievo sui produttori di energia da fonti rinnovabili (articolo 15-bis del decreto-legge 4 del 2022) e l’incasso di 20 miliardi relativo ai contributi a fondo perduto previsti dal Recovery Fund (lo scorso anno l’incasso era stato pari a circa 9,3 miliardi). Al risultato dell’anno contribuisce, inoltre, il versamento nel mese di settembre di circa 4,8 miliardi, da parte delle aziende delle telecomunicazioni, della rata 2022 per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze per il 5G.
Riguardo ai pagamenti si è registrato: un incremento della spesa previdenziale, cui contribuisce in larga misura l’erogazione dell’Assegno Unico e Universale oltre che l’erogazione, nel mese di luglio e novembre, del bonus ai pensionati. I pagamenti delle Amministrazioni Centrali hanno evidenziato invece una maggiore spesa per stipendi, dovuta al pagamento dei rinnovi contrattuali delle Funzioni centrali comprensivi di arretrati nel mese di giugno, della Scuola nel mese di dicembre e all’erogazione del bonus di 200 euro ai dipendenti nel mese di luglio. Hanno contribuito, inoltre, le erogazioni per il contenimento dei prezzi delle bollette del settore elettrico e del gas, incluso il prestito di 4 miliardi al GSE per l’acquisto di gas naturale ai fini dello stoccaggio, e le ricapitalizzazioni di MPS e di ITA Airways. Registrata infine una maggiore spesa delle Amministrazioni Territoriali che include, tra l’altro, i rinnovi contrattuali del comparto Sanità, mentre la spesa per interessi sui titoli di Stato fa registrare una riduzione di circa 700 milioni rispetto all’anno precedente.
In riferimento al dato relativo a dicembre 2022, il mese si è chiuso con un fabbisogno del settore statale stimato, in via provvisoria, in 3,2 miliardi, in lieve miglioramento rispetto al corrispondente valore di dicembre 2021, che si era chiuso con un fabbisogno di circa 3.4 miliardi.
Nel confronto con il corrispondente mese del 2021, il saldo di dicembre ha beneficiato dell’aumento degli incassi fiscali, ascrivibile ai risultati dei versamenti in autoliquidazione e al saldo del versamento degli extraprofitti da parte delle imprese energivore, previsto dal decreto-legge 21 del 2022, e dei maggiori versamenti da parte della UE ai Fondi di rotazione per le politiche comunitarie. Dal lato dei pagamenti si evidenziano: maggiore spesa per stipendi, per la liquidazione degli arretrati e dei rinnovi contrattuali per il personale del comparto Scuola e maggiori prelievi degli Enti di Previdenza, cui contribuisce l’erogazione dell’Assegno Unico e Universale.
La spesa per interessi sui titoli di Stato è in aumento di circa 800 milioni rispetto al valore dello stesso mese dell’anno precedente.
Sul sito del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato è disponibile il dato definitivo del saldo del settore statale del mese di novembre 2022.