Margrethe Vestager e indennizzi risparmiatori

Indennizzi ai risparmiatori: la mail del 1° aprile 2019 di Margrethe Vestager con le condizioni per concederli

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Indennizzi ai risparmiatori: Matteo Salvini dice che avrebbe scritto lui (con l’inchiostro simpatico?) il decreto attuativo (lui e Di Maio dicono, sbagliando o volendo sbagliare, i decreti attuativi) della legge 145/2018 che ha istituito il Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR), inattuabile e inattuato senza quel decreto che doveva essere emanato entro il 31 gennaio scorso, e Luigi Di Maio col “ci pensa lunedì 8 papà Giuseppe Conte ammette ora il suo flop decisionale.

Ci sono, poi, Giovanni TriaGiancarlo Giorgetti e Margrethe Vestager che direbbero altro.

In particolare che gli indennizzi a gran parte di loro potrebbero essere rapidi e automatici a patto che si trovino in condizioni sociali non da particolarmente benestanti: reddito sotto i 35.000 euro e patrimonio mobiliare (di titoli vari cioè, a comprovarne la minore attitudine a investimenti finanziari a rischi).

Tutti condizionali ma oggi li eliminiamo perché, al solito, pubblichiamo quello che altri, chissà perché, non rendono noto con chiarezza: la risposta con una serie di spiegazioni sulle condizioni per concedere gli indennizzi che Vestager ha inviato via mail il 1° aprile scorso a una richiesta di informazioni rivoltale meno di una settimana prima da una semplice socia di una delle banche risolte o messe in Lca.

Eccola:

A: …
Data: 1 aprile 2019 alle 13.32 
Oggetto: Re: Risparmiatori Banche Venete – Truffa di massa 
Ares(2019)1540397
Gentile Sigra…,
La ringrazio molto per il Suo messaggio riguardante la situazione dei risparmiatori italiani che hanno subito perdite a causa di vendite effettuate in violazione agli obblighi di trasparenza e comunicazione ( o “mis-selling”). Apprezzo che Lei abbia deciso di scrivermi e che mi abbia dato l’opportunità di rispondere.
Sia la legislazione comunitaria che quella nazionale evidenziano come sia molto importante che i cittadini siano resi consapevoli del fatto che quando acquistano determinati strumenti finanziari, non stanno mettendo i loro risparmi in un semplice conto di deposito, ma stanno effettuando un’operazione di investimento. Questo è il motivo per cui le banche devono fornire informazioni adeguate ai cittadini sui potenziali rischi nei quali potrebbero incorrere quando decidono di investire in uno strumento finanziario.
Se ciò non accade, le conseguenze per i cittadini interessati e per le loro famiglie possono essere molto gravi, in particolare per gli investitori che sono più vulnerabili da un punto di vista finanziario. Per questa ragione, ci sono diversi modi, in linea con le normative comunitarie, a disposizione delle autorità nazionali responsabili e/o della banca per indennizzare i cittadini vittime di mis-selling.
Nei casi in cui la banca responsabile del mis-selling sia ancora in attività, spetta ovviamente innanzitutto alla banca stessa assumersi la responsabilità delle sue azioni e indennizzare gli investitori che sono state vittime di mis-selling. Tuttavia, se la banca responsabile è uscita dal mercato, lo Stato può intervenire e indennizzare gli investitori più vulnerabili per motivi di sostegno sociale.
La Commissione Europea è pronta a sostenere gli Stati Membri quando istituiscono misure di indennizzo per motivi di sostegno sociale. In passato abbiamo lavorato a stretto contatto con il Governo Italiano per consentire l’indennizzo delle vittime di mis-selling.  Abbiamo anche stabilito un dialogo costruttivo con il  Governo Italiano riguardo la nuova misura proposta, che può essere concepita in modo tale da essere efficace nell’ aiutare i cittadini in difficoltà che hanno subito delle perdite a cause di mis-selling.
Spero che queste informazioni Le possano essere utili.
Margrethe Vestager